venerdì 22 maggio 2015

Ho un libro in testa: "Il Porto Proibito"

Ci hanno chiesto di raccontare da dove viene "Il Porto", qual è stata la scintilla che lo ha innescato, il suo perché più profondo. 
Ste ha guardato la Tere e le ha detto: "Questa è roba tua".
Ecco il risultato:



Ci sono storie che vengono da lontano. È un’immagine a innescarle, un evento inaspettato, una lettura. Uno strappo, nel mio caso. Storie che da quell’attimo se ne stanno acquattate in un angolo tra la testa e il cuore (più vicino al cuore), in attesa del momento in cui verranno tirate fuori, modellate, chiamate con il giusto nome. A volte basta un niente, per partire; altre volte… servono anni. E la storia sta lì, embrione pulsante che a tratti pretende attenzione, a tratti s’acquieta. Finché magari capita qualcos’altro: un’altra immagine, un evento inaspettato (un altro strappo, nel mio caso) e la storia non ne può più di aspettare, e anche tu non ne puoi più di questa cosa che urge e ti senti un po’ il vecchio marinaio della ballata di Coleridge, quella che t’ha stregato al liceo, quando dice: “… in un’ora imprecisata, quell’agonia ritorna: e finché la mia spaventosa storia non è raccontata, questo cuore mi brucia dentro”.

Ormai non si tratta più di uno spunto, di una possibilità tra tante: è diventato un bisogno, un’insopprimibile necessità. E sai che non ti sentirai a posto fino a quando non avrai sputato fuori tutto. Nemmeno dopo, forse… ma il più grosso rischio è non rischiare.

“Il Porto Proibito” ci ha messo vent’anni a farsi strada. All’inizio era un approdo irraggiungibile avvolto nella nebbia, era una nave con uno scarno equipaggio… e niente più. Erano due persone salpate troppo presto, un finale rimasto sospeso, vuoti da riempire.

Forse è per questo che scrivo: a pensarci bene, le storie che più mi stanno a cuore hanno sempre in sé la segreta esigenza di ricucire strappi, costruire ponti, tendere mani. Riempire vuoti, sì.

Ed ecco perché qui il protagonista è un ragazzino senza memoria: un foglio bianco, una rotta inedita da tracciare… e come appiglio solo un nome, Abel.


Siamo agli inizi dell’800, in Siam: per il presunto naufrago comincia un viaggio che non è solo quello per mare, a bordo della HMS Explorer che lo riporta in patria, in Inghilterra, ma anche e soprattutto all’interno di sé, in cerca della propria identità, di un passato che sia lievito per il futuro ancora tutto da scrivere. Abel raccoglie indizi, e intanto scardina silenziosamente le esistenze che si intrecciano alla sua. Perché, senza saperlo, è portatore di un enorme e innominabile segreto.



Ma per fortuna c’è Rebecca, magnetica tenutaria del “Pillar To Post” di Plymouth, a fargli da guida: Rebecca che adora le poesie e usa i versi per raccontare ad Abel quel che le parole comuni non sarebbero in grado di spiegargli.

Ed ecco che torna Coleridge a fare da filo conduttore all’avventura, e con lui Wordsworth, e Blake, e non da soli: perché Rebecca ama i Romantici inglesi e, dietro di lei, io. In un evolversi di rimandi e “coincidenze”, salta fuori che i libri sanno di noi più di quanto siamo disposti ad ammettere, le loro pagine uno specchio che restituisce la nostra immagine più vera.

E poi viene Nathan MacLeod, burbero scozzese a capo di una nave della Compagnia delle Indie dal nome che suona come un approdo insperato: Last Chance. È lui, suo malgrado, a raccogliere il testimone di un’intricata vicenda che lo travolge e lo sconquassa. Nathan, che ama Rebecca e darebbe per lei qualsiasi cosa… ma intanto non lo fa.



E' l’inizio dell’ennesimo viaggio, burrascoso e inquieto, perché non sempre è possibile seguire la rotta tracciata, e a volte non resta che trovare la fiducia per abbandonarsi alla corrente e lasciarsi portare… per intuire magari che la lontananza non ha nulla a che vedere con la distanza, o che la presenza può essere altrettanto forte nell’assenza.


Venire a patti con questo… è trovare un attracco, per quanto malmesso e scricchiolante. Non avrei potuto farcela senza armatori competenti e coraggiosi, compagni di navigazione fidati ed indomiti, un equipaggio volitivo e dotato della giusta dose di follia per accompagnarmi nell’impresa.

Stefano e io navighiamo fianco a fianco da oltre un decennio, lo sguardo puntato verso nuovi orizzonti, la voglia di andare. Questa avventura a quattro mani e quattro cuori ci ha assorbiti per più di due anni, ci ha portati due volte oltre Manica, tra Devon, Kent e Cornovaglia, in cerca di luoghi, facce, atmosfere, emozioni da riversare nel libro.
Tra le pagine del “Porto” sono nascosti i primi passi del nostro bimbo piccolo nientemeno che sul ponte della nave di Nelson, a Portsmouth, c’è la nostra bimba grande che canta sea shanties a tavola, in attesa del rancio, nel suo inglese stropicciato e fantasioso. Ci sono tomi polverosi scovati in cigolanti librerie, e quintali di carta e grafite, e fameliche letture, e cimeli di mare.

C’è un modellino di “Last Chance” al quale ormai mancano solo tre vele… che verranno attaccate con cura, al rallentatore, per non affrettare il varo.

Perché una nuova partenza è imminente: “Il Porto Proibito” si scioglie dal nostro abbraccio per andare ad esplorare il mondo, col suo eccitante e spaventoso bagaglio di incognite. Noi gli vogliamo bene, gli auguriamo un futuro luminoso. Non resta che abbandonarci fiduciosi alla corrente e lasciarci portare.

Come insegna Edgar Lee Masters, “… bisogna alzare le vele, e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca”.

GRAZIE fin d’ora ai lettori del “Porto” e… buona navigazione!


Fateci sapere com’è andato il viaggio!

(http://www.hounlibrointesta.it/2015/05/21/il-porto-proibito-uno-strappo-fa-nascere-storie/)

Qui, tanti altri scrittori raccontano l'origine delle loro opere:

http://www.hounlibrointesta.it/rubriche/vi-racconto-il-mio-libro/

Qui, invece, una nuova recensione molto attenta ai dettagli (e... ai nomi delle navi!):


http://www.dcleaguers.it/uncategorized/il-porto-proibito-la-recensione/

E qui, spassionati consigli a cuore aperto:


Che bello, vedervi scoprire piano piano le tante sfumature disseminate tra le pagine!
Che regalo, tutto il bene che state volendo al nostro "Porto"!

GRAZIE!!

6 commenti:

Raffaele ha detto...

Sono l'autore della recensione pubblicata su dcleaguers.it

Grazie a voi per aver scritto un'opera "profonda come il mare.
Ancora complimenti! Il successo che sta riscuotendo è completamente meritato.

Libro che merita decisamente numerose riletture. Alla luce di ciò che si scopre la prima volta, è bello tornare indietro e notare così tanti dettagli... per esempio Abel, prima pagina, terza vignetta, in posizione fetale. Navidad. :D


Sperando di riuscire a salutarvi all'evento presso la Bao Boutique di Milano.... Vi auguro di avere vento in poppa per tutti i vostri nuovi progetti e ovviamente per il successo de "Il Porto Priobito"!

Teresa Radice & Stefano Turconi ha detto...

Raffaele, GRAZIE!

Tutto vero: Abel rannicchiato, la rinascita... Il libro è strapieno di rimandi letterari e visivi, ci abbiamo proprio preso gusto :-). Quando qualcuno li scova,che soddisfazione (per lui.. e per noi)!

Ti aspettiamo alla BAO Boutique: fatti riconoscere!
La "giornata del Porto" sarà molto probabilmente sabato 6 giugno.

Gaetano Gabriele ha detto...

Ieri sera ho finito di leggere il Porto Proibito,sono rimasto senza parole :D mi aspettavo qualcosa di bello,avendo seguito i post sul vostro sito, e conoscendo come lavorate e invece ...uao è qualcosa di straordinario,profondo che ti rapisce sin dalla prima pagina e vorresti non finisse mai,inoltre anche se non ci sarebbe bisogno poichè le vignette e le inquadrature già scandiscono il tempo e creano il loro ritmo e stupendo poter leggere le parti in cui Abel suona il violino con un sottofondo musicale che coincide realmente a ciò che sta suonando,complimenti questo sarà sicuramente per me uno di quei libri che rileggerò migliaia di volte e sono certo che ogni volta scoprirò qualcosa di nuovo,grazie per averlo creato ;)

Fabio ha detto...

Ciao Teresa e ciao Stefano :)

Volevo chiedervi se, come per Viola Giramondo, avete in programma di farvi venire a trovare in varie fumetterie per presentare il libro.

Mi piacerebbe tantissimo scambiare come l'altra volta quattro chiacchiere con voi ed avere il volume autografato :)

Teresa Radice & Stefano Turconi ha detto...

Caro Fabio,
se le fumetterie/librerie hanno voglia d'invitarci e c'è gente che ha voglia di venire ad incontrarci, noi ci spostiamo volentieri.

Per ora possiamo anticiparti l'appuntamento a Milano con la BAO Boutique, in giugno, sui Navigli: il giorno dedicato al Porto dovrebbe essere sabato 6 giugno.
Ci troverai là!

Maddalena ha detto...

Ho comprato Il porto proibito al Salone del Libro di Torino.

Per un paio di giorni me lo sono rigirato tra le mani, guardando e rimirando lo splendido disegno che Stefano ha tratteggiato per me, sotto i miei occhi, in pochi minuti, leggendo commossa la dedica di Teresa, e poi….

Poi non ho più resistito: l’ho letto tutto d’un fiato.

Si tratta di una storia bellissima, da leggere e rileggere mille volte per apprezzarne i rimandi e le citazioni, per la poesia dei disegni, per le emozioni struggenti che suscita, per la musica del violino e il rombo delle onde del mare che sembrano essere lì, davvero, nelle orecchie.

Ho pubblicato sul mio modestissimo blog "Cuordimarzapane", una recensione personale. Il blog racconta di dolci, ma io ho voluto inserire un post anche sul libro, perché sono golosa anche di libri.

E questo libro è come una torta di mele, assaggiata voracemente, ancora calda, appena uscita dal forno e poi sai che ne devi assolutamente mangiare un’altra fetta più tardi, con calma, per assaporare meglio, per distinguere le diverse consistenze, per annusarne appieno la fragranza.

Buon appetito a tutti!

Grazie, Teresa e Stefano, vi seguo da lontano e aspetto con ansia il prossimo libro!

Con affetto, Maddalena